giovedì 5 novembre 2015

IL CASO DI FRANCESCO NARDUCCI

Il dottor  Francesco Narducci
Questa è una storia inquietante, misteriosa, segnata da lati oscuri, legata a sua volta ad un'altra storia ancora più inquietante, quella del mostro di Firenze. Questa è una storia di sette sataniche, minacce e depistaggi, che potrebbe aprire la strada ad una nuova tesi sui delitti del mostro, questa è la storia del caso di Francesco Narducci.
E' il 13 ottobre del 1985, sono passate poche settimane dall'ultimo duplice omicidio di Jean-Michel Kraveichlili e Nadine Mauriot avvenuto a Scopeti, quando viene rinvenuto nel lago Trasimeno un corpo. Quel corpo sembra appartenere al dottor Francesco Narducci. Ma chi è il dottor Francesco Narducci?
Il dottor Francesco Narducci ha trentasei anni è un noto medico e professore universitario e fa parte di una delle famiglie più importanti di Perugia. La sua morte viene catalogata come un caso di annegamento accidentale ed il caso viene chiuso. Un attimo, aspettiamo un attimo, da subito avvengono delle cose strane, la salma viene tumulata con rapidità, senza eseguire una regolare autopsia prevista nel caso di un sospetto annegamento e poi girano voci che il cadavere sarebbe stato visto da un pescatore quattro giorni prima il 9 ottobre. Perchè questa discordanza tra le date? Qualcuno aveva il bisogno o la necessità di nascondere qualcosa?
Il medico era uscito di casa dopo avere ricevuto una telefonata il giorno 8 ottobre, si diresse al lago dove prese la sua barca e dopo di che nessuno lo aveva più visto. Alcune testimonianze dicono che nell'ultimo periodo Narducci fosse nervoso e preoccupato, qualcuno addirittura ipotizzava che fosse spaventato.
Possiamo provare a cercare delle risposte se, analizziamo quello che realmente è accaduto.
Il dott. Narducci, sembrava essere coinvolto nei delitti del mostro di Firenze nel ruolo della presunta mente che si celava dietro l'organizzazione che eseguiva gli omicidi. Come è possibile? Tale supposizione, deriverebbe da alcune intercettazioni telefoniche fatte durante le indagini. Le telefonate, che erano a scopo intimidatorio, venivano effettuate da alcuni personaggi nei confronti di una certa Dora, le quali parlavano di " finire come un certo dottore morto affogato nel lago" e "del delitto del Pacciani" uccisi perchè accusati di aver tradito la setta satanica che si rendeva protagonista di quegli orrendi delitti. Durante le indagini, furono recapitate agli inquirenti delle lettere anonime, che facevano riferimento a Narducci come persona coinvolta negli omicidi. Solo nel 2002 fu riesumata la salma, sulla quale durante l'autopsia, il medico legale riscontrò traccie compatibili con lo strangolamento e residui di sostanze narcotizzanti nei tessuti.
Il mistero diventa ancora più denso, quando venne ipotizzato uno scambio di cadavere al momento del ritrovamento del dottore per depistare le indagini.
In base a questa scoperta e a l'ipotesi di una sostituzione del cadavere, fu avviata dalla Procura della Repubblica di Perugia un inchiesta sulla supposizione che lo scambio del corpo era stato organizzato da una loggia massonica, di cui il padre della vittima faceva parte. Non solo, tale loggia aveva come 'ulteriore compito quello di coprire tutta l'attività che si nascondeva dietro il mostro.
La figura di Francesco Narducci era troppo in vista per essere associata agli ambienti sui quali gravitava lo spettro del mostro, per questo venne ipotizzata tale sostituzione.
Il padre di Francesco, successivamente riportò agli inquirenti, che il figlio si sarebbe suicidato perchè avrebbe scoperto di essere stato colpito da una malattia grave e con poche probabilità di guarire. Un altra ombra sul caso, sarebbe la falsa testimonianza della donna di servizio della casa sul lago Trasimeno della famiglia Narducci, la quale conferendo con gli inquirenti, disse che il dottore prima di uscire di casa, avrebbe lasciato un biglietto di addio, quando invece la famiglia fa riferimento ad una lunga lettera scritta e non ad un semplice biglietto. Ma questa lettera dove si trova? E stata fatta sparire? Se si perchè?
Nel 2005, la parte del caso relativa agli imputati accusati di essere i mandanti dell'omicidio del dottor Narducci fu archiviata dal GIP Marina de Robertis su richiesta del PM Giuliano Mignini per insufficienza di prove.
Nel 2009 invece fu archiviata sempre dal GIP Marina de Robertis e sempre per richiesta del PM Giuliano Mignini, la parte inerente alla morte di Narducci, per insufficienza di prove, abbracciando però con convinzione, la tesi delle indagini della procura di Perugia, le quali stabilivano che Francesco Narducci era stato assassinato e che non era morto annegato, che l'omicidio era avvenuto in un luogo diverso da quello del ritrovamento e che solo successivamente il corpo fu gettato nel lago; infine che il cadavere recuperato il 13 ottobre del 1985 non apparteneva al dottore, versione peraltro confermata da relativa perizia tecnica. Inoltre confermò che il dottore di Perugia era realmente coinvolto nel giro dei delitti del mostro di Firenze.
Il GIP quindi accantonò anche l'ipotesi del suicidio, basandosi sulla perizia medico legale che riscontrò effettivamente lesioni da strangolamento.
Un altra parte del processo, che riguardava i vari depistaggi, da parte di istituzioni e familiari per la sostituzione del corpo, intralcio alle indagini e sottrazione di documenti; il GIP riconobbe la prescrizione.
Altri personaggi arricchiscono di ombre questa storia, come Alfredo Brizioli che all'epoca dei fatti era il miglior amico del medico ritrovato cadavere. Alfredo Brizioli secondo l'accusa, avrebbe minacciato la dottoressa Gabriella Carlesi, affinché stilasse una perizia medico legale falsa, al fine di occultare ogni prova, che riconducesse ad un atto delittuoso. Per quale motivo?
Nel 2010 ci fu un colpo di scena, il giudice per le udienze preliminari Paolo Micheli ribaltò la sentenza sia per le cause della morte del dottor Narducci, sia per il coinvolgimento di alcuni imputati tra familiari e appartenenti alle istituzioni che si resero partecipi dei presunti depistaggi e dell'occultamento del cadavere. Per quanto riguarda la vittima, il GUP era convinto che, non vi fu mai l'omicidio e che Narducci si sarebbe tolto la vita e che non vi fu mai la necessità di sottrarre e scambiare il cadavere, teoria sulla quale si basò il proscioglimento di alcuni imputati.
Non è finita, perché nel marzo 2012 il PM Giuliano Mignini fece ricorso contro la sentenza del GUP Micheli e nel marzo 2013 la Terza Sezione della corte di Cassazione accolse il ricorso, annullando così la sentenza del GUP Micheli.
Questa è una storia che, in qualunque modo sia finita, lascia sempre alcune domande in sospeso e come nella buona tradizione dei fatti del mostro di Firenze lascia un velo enigmatico.

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